riserva naturale Boschi del Giovetto

Riserva Naturale dei Boschi del Giovetto

La Riserva Naturale dei Boschi del Giovetto si trova a cavallo fra Val di Scalve e Valle Camonica, fra i comuni di Azzone e Borno. Il limite inferiore dell’area protetta è in gran parte costituito dall’antica strada che ha costituito per secoli la principale via di comunicazione tra le due vallate attraverso il Passo del Giovetto di Paline.

La Riserva è stata istituita nel 1985  per la salvaguardia della Formica Rufa, che vive nei boschi a prevalenza di conifere: infatti questi boschi sono costituiti in prevalenza da abete bianco e abete rosso, con larice alle quote più elevate.
Passeggiando per i Boschi del Giovetto, non farete fatica a scorgere i nidi di queste formiche: grandi strutture a forma di cupola alte fino a 1,50 m, costruite con aghi e rametti. Non solo la loro presenza è un indice di buona qualità dell’ecosistema bosco, ma la Formica rufa è anche una forte predatrice di insetti dannosi per le piante.
Infatti, principalmente fra gli anni Cinquanta e Settanta, si sono prelevati centinaia di nidi per reintrodurre la Formica Rufa là dove era scomparsa e per sperimentare la sua capacità di contenere i danni provocati ai boschi da altri insetti.
Tutelare la Formica Rufa significa anche gestire in modo corretto i boschi in cui essa vive, attuando una selvicoltura che assecondi le dinamiche naturali.

La Riserva Naturale dei Boschi del Giovetto ed il corrispondente sito di Rete Natura 2000, è gestita dall’Ente Regionale per i Servizi all’Agricoltura e alle Foreste (ERSAF).


PERCORSI NEI BOSCHI DEL GIOVETTO

I due ingressi principali alla Riserva Naturale dei Boschi del Giovetto sono comodamente raggiungibili in auto, sia da Azzone che da Borno (loc. Croce di Salven): da lì vi aspettano numerosi sentieri e mulattiere, di cui vi presentiamo le principali.

– Da Azzone al Giovetto — Percorso dei mestieri nel bosco

Una volta raggiunto Azzone, l’escursione ha inizio dalla piazzetta del paese. Superata la chiesa si prosegue oltre il campetto sportivo lungo una comoda carrareccia, fra prati che a primavera si colorano di splendide fioriture.
La strada continua pianeggiante per circa un chilometro fino alla località Segherie (Raseghe), ai piedi della Paghera, una delle più belle abetaie della Valle.
Qui, oltre a trovare una comoda area picnic accanto alle fresche acque del torrente Giogna, ha inizio l’itinerario tematico lungo il quale si trovano le tracce che ricordano le antiche attività legate ai boschi, camminando fra splendide fustaie di abete bianco ricche di formicai.
Oltre all’antica segheria ad acqua appena superata, incontrerete i resti di una calchera e di aie carbonili. Troverete anche la ricostruzione di un poiàt, con il modesto ricovero dei carbonai che per giorni curavano costantemente la “cottura” del cumulo di legna.
Il tracciato prosegue fino alla radura pascoliva in località Giuadel, dove è allestita una piccola area di sosta. Da lì a poche centinaia di metri si raggiunge il Passo del Giovetto (1275 m).
Proseguendo e passando per la Malga Creisa, si arriva alla vicina radura del Roccolo del Pianès, traccia della tradizionale (ora non più praticata) attività di cattura degli uccelli da richiamo.

– Da Dosso al Giovetto — Le formiche

Alle prime case della frazione Dosso, s’imbocca la mulattiera che porta verso Azzone. Attraversati alcuni prati si giunge ad un primo bivio: si continua a destra con una discreta salita fino ad attraversare una valletta. Ora per un lungo tratto la mulattiera fa da confine con il territorio protetto situato a monte.
Dopo una breve salita ci si trova ormai ai prati del Paen Alto, ricavati da antichi disboscamenti. Nei pressi dell’ultima baita una colonia di formiche, particolarmente attiva, tende ad occupare con il suo nido anche la mulattiera.
Più avanti una piazzola di terra nerastra rammenta l’antica attività dei carbonai. Si prosegue ora a destra di quest’ultima, lungo il sentiero che conduce alle Fontane del Paen; poco prima, di nuovo a destra, s’imbocca un comodo sentiero che attraversa una splendida fustaia di abete bianco e rosso.
Attraversata la Valle della Tent il sentiero tocca ancora alcune delle numerosissime aie carbonili (ajal) presenti in questo bosco. Proseguendo all’interno di una fustaia mista di abete rosso e bianco in poco tempo è possibile raggiungere la strada proveniente da Azzone in località Giuadel.

– Da Borno (loc. Croce di Salven) –> per l’itinerario, cliccare > QUI <

Dal Passo del Giovetto alla dorsale del Costone

L’itinerario ha inizio al Passo del Giovetto, che può essere raggiunto dal versante di Borno o di Azzone. Seguendo il segnavia 102 si sale passando nei pressi degli ex-roccoli del Giovetto, e si prosegue attraverso un bellissimo bosco misto di abeti. In breve tempo si raggiunge la biforcazione ben segnalata che conduce a destra alla Malga Creisa e a sinistra alla Malga Costone.
Proseguendo in questa direzione si attraversa un rigoglioso bosco popolato da numerosissimi formicai raggiungendo l’ampio e panoramico pascolo della Malga Costone (1624 m). Da qui, attraverso un rado lariceto si raggiunge la dorsale del Costone che merita di essere risalita seguendo il comodo sentiero 102 che conduce lungo il crinale erboso al cospetto dell’imponente massiccio della Presolana sino ad intersecare il sentiero 83.
La discesa può essere effettuata seguendo per intero il sentiero 102 che si abbassa lungo la dorsale sino a Malga Creisa per poi ricongiungersi all’itinerario iniziale.

Informazioni sul percorso

  • Dislivello: Fino a 500

Informazioni sulla scalata

  • Difficoltà: Facile