Laboratorio di osservazione e disegno naturalistico

 

Laboratorio di osservazione e disegno naturalistico:
esplorando l’intorno attraverso la relazione tra Arte e Scienza.


Per bambini a partire dai 5 anni.

Attraverso questo laboratorio i bambini entreranno in contatto con alcuni concetti chiave delle scienze naturali, come la classificazione dei viventi nella prospettiva evolutiva e la loro contestualizzazione all’interno di un ecosistema.
Ma soprattutto, l’attività mira a sviluppare le capacità di osservazione attraverso la rappresentazione grafica di elementi naturali e l’estrapolazione da questa di informazioni naturalistico-scientifiche, che dovranno essere presentate e spiegate. Invitare i bambini ad un’osservazione di ciò che li circonda, abbastanza attenta da consentirne una rappresentazione grafica e/o artistica, potrebbe rivelarsi molto utile nell’implementare la loro capacità di concentrazione e sensibilità ai dettagli, nonché la loro capacità di sintesi e reinterpretazione degli stimoli visivi e teorici, portando ripercussioni positive sul loro intero processo di crescita e formazione.



Per quest’attività sono necessari:
• Un astuccio o busta, che ogni bambino possa comodamente trasportare, contenente matite (colorate e non), gomma e temperino.
• Supporti di cartone rigido formato A4 a cui applicare un cordino che consenta a ogni bambino di averlo a tracolla.
• Fogli bianchi A4 (5 per ogni bambino, fissati sul supporto di cartone).
• Eventualmente lenti di ingrandimento e/o binocoli.
• Eventualmente flore e manuali di riconoscimento.
• Uno spazio verde, giardino, parco o boschetto che sia.
• Eventualmente uno spazio in cui proiettare la breve presentazione iniziale.


Articolazione del corso:
Dopo una breve e interattiva presentazione teorica, i bambini verranno guidati nella formazione di squadre di esplorazione (3-5 bambini per squadra) con il compito di cercare e riportare sui loro fogli animali e piante diversi osservati nella loro “area di studio” (diversa per ogni squadra). Prima di dividersi nelle diverse aree di studio, l’insegnante esporrà, con un esempio pratico su un essere vivente ben visibile a tutti, quali sono le cose da tenere a mente durante questa attività. Ciascun componente di ciascuna squadra potrà poi osservare e disegnare i vari elementi naturali, aiutando gli altri membri a definire le caratteristiche importanti da sottolineare nelle loro rappresentazioni e facendosi aiutare nelle sue. È possibile e probabile che alcune specie particolarmente diffuse verranno riportate da più squadre, ma questo non rappresenta un problema, anzi, può offrire la possibilità di notare diversi punti di vista. Girando tra le squadre, l’insegante ed eventuali collaboratori cercheranno di indirizzare l’attenzione di volta in volta su tutti quei dettagli che differenziano le specie viventi tra loro e che risultano importanti per identificarne una tra tutte. Il gioco non è assolutamente da leggersi come una gara, ma piuttosto come un concorso di conoscenza: le squadre saranno spinte a notare e disegnare il maggior numero di dettagli in diverse forme di vita, in modo da poterle presentare ai compagni delle altre squadre sapendo rispondere a eventuali domande sul loro riconoscimento e facendo ipotesi sulla loro ecologia. In quest’ultima fase verranno introdotti alcuni concetti di scienze naturali, dando importanza a quelli che dovessero emergere, come domande o osservazioni, direttamente dai partecipanti. 


Alcune note storiche:

Viene proposto dall’insegnante Camila Grigolo un’approccio che mette in relazione disegno e scienze naturali. Per “osservare” (observo, “custodisco”) si intende esaminare con attenzione, rilevare i particolari, al fine di conoscere qualcosa. Quando ci viene chiesto di osservare, sappiamo essere sottointesa la necessità di porre attenzione; se ciò che osserviamo è per noi rilevante, spesso sentiamo il bisogno di mostrarlo ad altri.
I primi oggetti che l’uomo ha osservato e ritenuto meritevoli di una rappresentazione sono elementi della natura, con cui le società umane crescevano e si rapportavano; li rappresentavano per conoscerli, divinizzarli o usarli come metafora di vizi e virtù umani.

A partire dal Rinascimento europeo, il disegno assume un taglio fortemente scientifico e nelle grandi esplorazioni si presta come principale strumento di divulgazione per riportare in patria le scoperte fatte nelle “nuove terre”. Dai primi manuali di storia naturale e classificazione delle specie fino ai nostri giorni, le illustrazioni hanno un ruolo informativo ed esplicativo insostituibile. Infatti, se anche un testo scritto può aiutarci a comprendere con maggiore chiarezza ciò che un’immagine mostra, questa può richiamare la nostra attenzione a prescindere dal testo, diventando, tra le altre cose, un mezzo di comunicazione universale che libera la conoscenza dalle barriere linguistiche.
Indagando l’evoluzione dello studio delle scienze naturali, così come del disegno (naturalistico, in questo caso, anche se si potrebbe discutere sul fatto che tutte le forme di arte figurativa nascono da un’astrazione e oggettivizzazione di elementi naturali, includendo ovviamente l’uomo tra questi), è impossibile ignorare i cambiamenti avvenuti nella capacità e nell’interesse propri dell’”osservatore”: un’osservazione sempre più attenta delle forme viventi, per scopi utilitaristici, curiosità o estetica, ha portato diverse culture a classificarle in maniera sempre più stringente mano a mano che venivano aggiunti dettagli morfologici ed ecologici al “quadro” (mentale). Questa attenzione si nota chiaramente nella precisione che assume il disegno naturalistico. Inoltre, con la costruzione di “occhi più potenti” come microscopi, cannocchiali e binocoli, sono cambiate l’ampiezza e la profondità dello spettro di suggestioni cui il nostro occhio e le nostre capacità rappresentative sono sottoposti.

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