Storia del Disastro del Gleno – 4^ Parte – Aprile

A cura di SERGIO PIFFARI

Nasce il cantiere

Nasce il cantiere

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Per la costruzione della diga alla Piana del Gleno verrà impiegata la calce prodotta in valle, se ritenuta idonea dai laboratori che la analizzeranno.

17 gennaio 1919. In una lettera l’ing. Gmür informa Virgilio Viganò delle prove effettuate sulle pietre di Valbona: “Ieri mi pervennero da Casale le prove fatte al calcimetro sulle pietre raccolte nella località di Valbona. I risultati sono molto lusinghieri e presentano indice di forte idraulicità persino adatti per la produzione del cemento Portland naturale. A giorni attendo pure i risultati sulla cottura”. La settimana dopo Giovan Sisto Eccettuato, di Casale Monferrato, titolare di una ditta costruttrice di forni, con laboratorio per le varie prove sui materiali, così scrive all’ing.  Gmür: “Ho fatto una prova coi pezzi di calcare spento nell’acqua con sabbia e cioè formando una malta, è riuscita benissimo”. La stessa malta usata per la costruzione del “tampone” della diga, stando a numerose testimonianze di operai, non farà però la presa desiderata. Ciò, forse, perché le pietre vengono cotte sporche di terra, oppure alcuni passaggi di lavorazione non sono eseguiti correttamente, comunque sia i risultati al cantiere non sono certamente gli stessi del laboratorio.

15 febbraio 1919. In un’altra lettera spedita a Palermo a Virgilio Viganò, che evidentemente non ha abbandonato del tutto le sue attività in Sicilia, l’ing. Gmür scrive: “Dalle prove fatte sciogliendo ed impastando la calce con sabbia risulta che trattasi di un prodotto che ha molto di comune colle calci idrauliche in zolle di Casale ed altri luoghi del Piemonte, materiale ottimo di forte presa. Se questo venisse confermato, al presente non si impianterebbe che un forno, si spedirebbe in alto il materiale cotto, ove verrebbe poi sciolto al momento dell’impiego”. Il 16 maggio comunica: “Ieri a Milano ho pagato le spese per l’analisi del sasso di Valbona. Il prof. Coffetti mi disse che trattasi di un buonissimo calcare scevro di sostanze dannose alla produzione di calce idraulica”.

Scavi Nella Roccia

Scavi Nella Roccia

12 maggio 1919. La ditta Viganò presenta il progetto esecutivo relativo all’utilizzazione delle acque del Povo superiore, con una diga del tipo “a gravità” al Gleno che sfrutta un bacino imbrifero di 8 km. quadrati, della capacità di 5 milioni di metri cubi, ed il pelo dell’acqua a m. 1548 s.l.m. Lo spessore dello sbarramento, il cosiddetto “tampone”, varia tra i 30 ed i 40 metri. Il progetto è opera dell’ing. Giuseppe Gmür.

* La diga “a gravità” contrasta con il suo peso la pressione dell’acqua contenuta nel bacino alle spalle. Su tale struttura gravano tre forze: la spinta dell’acqua, le sottopressioni generate dalle infiltrazioni d’acqua nella roccia sottostante che tendono a ribaltarla ed il peso della diga stessa. *

4 luglio 1919. La ditta Viganò invia una lettera al Genio Civile di Bergamo avvisando  dell’inizio dei lavori di scavo per la costruzione della diga che verranno calcolati in 7.400 mc. nella roccia e 8.300 mc. nella terra.

Nell’ottobre dello stesso anno si ammala seriamente l’ing. Gmür. Inizia anche la costruzione del forno per la produzione della calce in Triangla (Valbona) affidata al già citato Eccettuato Giov. Sisto, specialista del genere, il quale incarica della conduzione una sua persona di fiducia. Sulla produzione giornaliera del forno si registrano due testimonianze contrastanti, quella di Giovanni Piantoni e quella di Bortolo Duci. Il primo parla di 70 q.li, il secondo di 120 q.li.

Guido Casati di Vilminore, impiegato contabile della ditta Viganò, dichiarerà: “Il forno di Triangla funzionò per 5 o 6 mesi nel 1920 e per un paio di mesi nel 1921. La calce prodotta venne adoperata mista a cemento per la prima parte della costruzione della diga e per vari fabbricati costruiti a Vilminore. Poi nella residua costruzione della diga venne adoperato esclusivamente cemento. La calce residuata e che non era stata adoperata venne venduta ai privati del luogo a L. 2 al quintale ed essi se ne servirono per la costruzione dei fabbricati o per altri usi”.

Primi lavori

Primi lavori

31 ottobre 1919. L’impresa “Bonaldi – Paccani – Marinoni” si aggiudica l’appalto relativo al primo lotto per la realizzazione del “tampone”. Virgilio Viganò rescinde il contratto con l’impresa “Cittadini” di Darfo che ricorre ad un Collegio Arbitrale.

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     Attività a cura della Commissione Centenario del Gleno